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realis (Paris, 1637) aveva paragonato la sua uscita dalle mani del governo spagnuolo allo stratagemma usato da Ulisse. «Pelle Agni sacri»: perché il C. fu trafugato, si può dire, per ordine di Urbano VIII, travestito da prete e con falso nome (Am., Cast., i, 260 sg.).

Nota 39. — Il Panegyricus qui citato (cfr. Campanella, lett. agli arciduchi d’Austria, in Arch. st. it., parte ii, p. 100, sono i Discorsi politici ai principi d’Italia, composti la prima volta nel 1595 nel carcere del S. Offizio di Roma, e poi ricomposti con maggior larghezza a Napoli nel 1607. Furon pubbl. dal Garzilli (Napoli, 1848) e dal D’Ancona ( Opere di T. C., ii, 41 sgg.).

Nota 45. — Intorno alla leggenda di Gog e Magog ( Apocal ., xx, 7) si può anche vedere A. Graf, Roma nella mem. e nelle immaginazioni del M. E., Torino, Loescher, 1883, vol. ii, appendice.

Nota 53. — Per questo segreto v. la Cittá del sole, in Opere, ed. D’Ancona, ii, 266.

Nota 55. — Il predicatore Cornelio Musso (1511-74), dal ’44 vesc. di Bitonto.

Nota 57. — Nella Historiografia, giuntaci, non se ne parla.

POESIE POSTUME

I. Sonetti religiosi. N. 1. — Sonetto scritto nelle carceri del S. Officio in Roma, insieme con l’altro «Come va al centro ogni cosa pesante».

N. 2-3. — Sonn. da raccostarsi agli altri: «O tu ch’ami la parte piú che ’l tutto», «Quinci impara a stupirti in infinito», «Morte stipendio della colpa antica», «Se sol sei ore in croce stette Cristo», compresi nella Scelta, e tutti raccolti insieme nel ms. Ponzio: riferibili tutti, ha pensato l’Amabile ( Cong., ii, 289), alla pasqua del 1601.

II. Sonetti letterari e filosofici. N. 2. — L’Amabile (o. c., ii, 285) ha sospettato potesse essere indirizzato a quel Francesco Castiglia, in cui lode il C. scrisse il son. «Arbor vittorioso»; perché questo segue immediatamente all’altro nel ms. Ponzio.

N. 3. — Questo son. fu rifatto nella canz. intitolata Agli italiani che attendono a poetar con le favole greche (p. 85).

N. 4. — Cfr. Scelta, n. 36 e nota corrispondente.

III. Canti del carcere. N. 1. — Carlo Spinelli (figlio di Ferrante, duca di Castrovillari), mandato in Calabria nel 1599, dopo