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annotazioni 275


Madr. 12, espos. — Cfr. Ath. tr.2, pp. 82-3.

N. 77, madr. 4. — Accenni di fisica telesiana, per cui basta riscontrare il luogo dell’Ath. tr. citato nella nota precedente.

Madr. 5, espos. — Per la «Commedia universale» o, come dirá nel madr. 7, «giuoco della cieca», cfr. sopra nota al n. 14.

Madr. 6, espos. — Cfr. Ath. tr.2, p. 222.

N. 78, madr. 5, espos. — A chiarimento del testo giova tener presente il luogo dell’Assioco ps.-platonico, al quale il C. si riferisce (nella trad. dell’Agricola, annessa a quella del Ficino, che dovette essere usata dal C.): «Hinc iam fallens subrepit senectus, in quam confluit quicquid est infirmum fragileque naturae. Qnod nisi ocius quis vitam, velut aes alienum reddiderit, astans supra caput natura, tanquam foenerator, reposcit usuram; ab alio quidem visum, auditum ab alio, persaepe utrumque. At si quis diutius cunctetur, debilitat eum, excruciat membrisque destituit» (Platonis Opera tralatione M. Ficini, Basileae, mdxxxii, p. 957).

N. 79, madr. 3. — «Polo» è san Paolo, martire, come san Pietro e sant’Andrea.

Per l’espos. cfr. Moral., i, 20-21, ed. 1637, pp. 10-11.

Madr. 4, espos. — L’Antimachiavellismo (o Ath. tr.) fu, giusta le ricerche dell’Amabile, composto in gran parte dal marzo o aprile al luglio 1605; interrotto e poi terminato forse in latino, quindi trad. tutto in latino nella prima metá del 1607 (Cong., iii, 657). Questa canzone, dunque, dovè essere scritta nel 1605, se non giá due anni innanzi, quando il C. avrebbe avuto, secondo la sua lett. al papa giá cit. (p. 274 in fine), la sua «sperienza vera» dell’«altro secolo». Certo è del tempo della fossa di S. Elmo, cui si riferisce il commiato.

N. 80. — «Berillo — dice il C. — è don Brigo di Pavia, di santitá e caritá ed amicizia singolare con esso lui», cioè con l’autore. Alla fine della redazione italiana del De sensu rerum nel ms. Casanatense n. 1588 (copia eseguita, io credo, tra il 1605 e il 1607: cfr. Gentile, Le varie redaz. del De sensu, Napoli, 1906; e non tra il 1610 e il ’i2, come ha pensato l’Amabile, Cong., ii, 371-2) si legge: «La quale [universale Sapienza] sia pregata che me e Berillo mio alzi alla sua dignitá e conoscenza e mandi presto il mio liberatore». Testimonianza, che farebbe risalire l’amicizia di questo Berillo col C. al periodo appunto della sua prigionia in Sant’Elmo (nel Caucaso). Allo stesso tempo si riferirebbe, se, come pare anche a me, si tratta della stessa persona, la menzione che