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268 | annotazioni |
Stigliola per processo d’eresia fu chiuso in quella prigione nel luglio 1595 e vi rimase fin dopo l’aprile 1596 (ivi, p. 81). E forse v’era pure il Bruno: v. Solmi, o. c., p. xxi, e Gentile, G. Bruno nella storia della cultura, Palermo, 1907, pp. 65-6. Altro son. composto in quel carcere dal C. è tra le Postume, p. 212.
Nel ms. Ponzio il v. 3 dice:
in bocca al rospo che poi la divora.
E I’Amabile ( Cong., iii, 575) osserva: «La sostituzione di ‘mostro’ a ‘rospo’ sará meno ributtante, ma riesce assai meno calzante e troppo lontana dalle vedute dell’autore, il quale parlò del fatto anche in altre sue opere»; rimandando al De sensu rer., i, 8. Questo riscontro infatti assicura che il Ponzio dovette fedelmente trascrivere «rospo». Ma il fatto che «mostro» si legge non corretto nella copia dell’ed. Adami, che si conserva nella Bibl. dei Gerolamini, e che pur reca tante correzioni autografe, dimostra, credo, che l’autore stesso volle la sostituzione, poiché il senso rimane, per altro, immutato.
N. 61. — Nel ms. Ponzio al titolo di questo son. segue: «Subito fu preso». Se non che la giunta, secondo l’Amabile (Cong., ii, 91), «forse potè essere suggerita a fra Pietro dalle parole che si leggono nel 2° verso: ‘il fiero stuol confondo’; ma tutte le circostanze, che accompagnano queste parole, le mostrano riferibili a’ giudici, al fiscale e contradittori intervenuti nelle confronte; sicché il son. risulta precisamente del tempo degli esami e confronte del C., che aveano dovuto sembrargli tali da poterne menar vanto». Cioè al cadere del gennaio 1600.
N. 62. — Il santo Maccabeo del v. 9 è il martire Eleazaro del lib. ii dei Maccabei, vi , 18 sgg. Il re di Geth del v. 11 è Achi, presso il quale David si finse pazzo: I Reg., xxi, 12-15. Cfr. anche la lett. del 12 aprile 1607 scritta dal C. al papa e ai cardinali, in Arch. stor. ital., 1866, ii, p. 73.
Per Bruto cfr. Livio, i, 56 e Cic., Brutus, 14, 53. Per Solone, Plutarco, Sol., 8. Per lo stesso motivo David, Solone e Bruto sono ricordati nella Moral., ix, 11, ed. 1637, p. 3S.
La menzione di Iona (v. 12), allusiva alla Proph. Ionae, i, 15, pare si debba intendere nel senso che, laddove Iona innanzi alla forza cedette, sommergendosi volontariamente, egli (l’Astratto) credette d’inspirarsi al Santo Senno, ossia d’operare piú saviamente,