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poesie postume 245


15

[La voce di Flerida]
Madrigale fatto ad istanza del signor Francesco Gentile

Quando parla uom mortale,
pria l’aer muove, e poi l’orecchio intuona;
indi lo spirto sue figure accoglie.
Ma pria l’anima assale,
quando Flerida mia canta o ragiona.
La dolce voce invola le mie voglie,
ché dell’udir le soglie,
e sì soavemente,
passa, che non si sente,
come fa Dio in noi; ond’io revelo
ch’ella donna non sia, ma dea del cielo.

16

[I tre nei di Flerida,
a istanza del medesimo]

Amor nei gesti vaghi e riverenti,
che la Flerida mia non abbia pare,
d’un neo sul bel ginocchio il fai notare,
sostegno de’ leggiadri movimenti.
Che ’l lampeggiar del riso e i grati accenti
e i dolci baci in terra posson fare
un paradiso di dolcezze care,
col neo sul labro, per prova non menti.
Per cui m’additi un altro anche fiorito
vezzoso dio sul consecrato fonte
dell’immortalitate all’appetito.
Tai del sommo ben mio tre note cónte
di delizie nel pelago io smarrito
per stelle osservo d’un tanto orizzonte.