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240 poesie postume


10

Sonetto fatto sopra un presente di pere mandato all’autore
dalla sua donna, li quali erano tócchi dalli denti di quella

Le stampe delle perle, donde il fiato,
che mi dá vita, sue figure imprime,
nelle pere mandommi fresche e prime,
don fra gli amanti assai cupidi amato.
Grato odor, dolce umor v’era innestato,
ché delle rose sue sparser le cime
d’Amor un mare e sue ricchezze opime;
don, cui gustando, io diventai beato.
Quand’io m’avveggio, benché tardo omai,
che solo Amor può darci il Sommo Bene,
lo qual filosofando io non trovai,
se virtú di mutar fanciulla tiene
pere in ambrosia e i tristi in giorni gai,
cangiar vita e costume or mi conviene.

11

Sonetto fatto dall’autore sopra un bagno mandatoli dalla sua donna,
nel quale ella s’era prima lavata

La faccia di madonna, che di Dio
sola può dirsi imagin vera in terra,
e le man, providenza che non erra,
bagnate in atto a me cortese e pio,
tolsi l’acqua, applicaila al corpo mio,
giá fracassato dopo lunga guerra
per gran tormento ch’ogni forte atterra,
del medesmo liquor bivendo anch’io.
Miraculo d’amor stupendo e raro!
cessò la doglia, io diventai piú forte,
le piaghe e le rotture si saldâro.
Sentendo in me le sue bellezze assorte,
le viscere, gioendo, trapassâro
in lei, mia dolce vita, dalla morte.