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scelta di poesie filosofiche | 17 |
vivere in privato e ’n pubblico ed indrizzare ogni azione al Fattor del tutto; e non studiare i libri e tempii morti delli uomini, che anteponghiamo al divino empiamente, e ci avviliamo l’animo, e cadiamo in errori e dolori, e pene, le quali ormai doverebbono farci tornar all’original libro della Natura, e lasciar le sètte vane e le guerre grammaticali e corporali. E di ciò scrisse nel libro Contro macchiavellisti.
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Accorgimento a tutte nazioni
Abitator del mondo, al Senno Primo
volgete gli occhi, e voi vedrete quanto
tirannia brutta, che veste il bel manto
di nobiltá e valor, vi mette all’imo.
Mirate poi d’ipocrisia, che primo
fu divin culto, e santitá con spanto,
l’insidie; e di sofismi poi l’incanto,
contrari al Senno, ch’io tanto sublimo.
Contra sofisti Socrate sagace,
contra tiranni venne Caton giusto,
contra ipocriti Cristo, eterea face.
Ma scoprir l’empio, il falsario e l’ingiusto
non basta, né al morir correre audace,
se tutti al Senno non rendiamo il gusto.
Parla a tutte le nazioni, mostrando che la tirannia falsificò in sé il valore, la sofistica il senno, la ipocrisia la bontá. Contra sofisti nacque Socrate, contra tiranni Catone; ma Cristo Dio contra ipocriti, che sono i pessimi, disputò piú che contra ogni altro: perché in questo vizio s’inchiude il primo e’l secondo. Ma non basta ch’e’ ci abbia scoperto la veritá di tre vizi contrari alla Trinitá metafisicale e teologale, se non rendiamo il gusto tutti al Senno vero, ch’è la Sapienza divina incarnata, che col gusto, piú che con l’orecchio, internata ci persuade. Vedi Metafisica.