Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
212 | poesie postume |
2
[A un popolo di pellegrini recatisi a visitare il santo Sepolcro]
Populo, che di Dio la sepultura
venisti a visitar, pria visitato
da lui nel petto, dove sta serrato
lo spirto tuo, com’in pregion oscura,
di pianger il tuo fallo prendi cura,
per cui nell’Inferno egli è penetrato,
ma libero di morte e di peccato,
dove la tua salvezza opra e procura.
Di sospiri e di lagrime confuse
nel tuo volto fontana oggi si scerna,
populo ingrato; non usar piú scuse;
sieti dolce onorar questa caverna,
piangendo amaramente, ove s’inchiuse
Chi solo ti può dar la vita eterna.
3
[All'Ostia sacra]
Titulo di vittoria, pan di vita,
d’uom vero e vero Dio sostanza e segno
della gloria immortal, donato in pegno
ad ogni alma di te quaggiú nutrita,
non potea ritrovar la via infinita
delli seculi eterni umano ingegno
senza l’aiuto tuo, senza il sostegno:
tanto la perdizion l’avea impedita.
Chi a te s’accosta, sente alzarsi a volo
(secreto dei miracoli divini!),
gustando te, fin al celeste suolo.
Degno sei, Signor mio, ch’a te s’inchini
11ciel, la terra e ’l Tartaro; ché solo,
vincitor, passi tutti i lor confini.