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scelta di poesie filosofiche | 15 |
Se ignoriamo il suo amor e ’l suo intelletto,
né il verme del mio ventre s’assottiglia
a saper me, ma a farmi mal s’appiglia:
dunque bisogna andar con gran rispetto.
Siam poi alla terra, ch’è un grande animale
dentro al massimo, noi come pidocchi
al corpo nostro; e però ci fan male.
Superba gente, meco alzate gli occhi,
e misurate quanto ogn’ente vale:
quinci imparate che parte a voi tocchi.
In questo sonetto dichiara che l’uomo sia, come il verme nel nostro ventre, dentro il ventre del mondo; ed alla terra, come i pidocchi alla nostra testa; e però non conosciamo che’l mondo ha anima ed amore, come i vermi e gli pidocchi non conoscono per la piccolezza loro il nostro animo e senso; e però ci fan male senza rispetto. Però ammonisce gli uomini ch’e’ vivano con rispetto dentro il mondo, e riconoscano il Senno universale e la propria bassezza, e non si tengano tanto superbi, sapendo quanto piccole bestiuole e’ sono.
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Anima immortale
Di cervel dentro un pugno io sto, e divoro
tanto, che quanti libri tiene il mondo
non sazian l’appetito mio profondo.
Quanto ho mangiato! e del digiun pur moro!
D’un gran mondo Aristarco e Metrodoro
di piú cibommi, e piú di fame abbondo;
disiando e sentendo, giro in tondo;
e quanto intendo piú, tanto piú ignoro.
Dunque immagin sono io del Padre immenso,
che gli enti, come il mar li pesci, cinge,
e sol è oggetto dell’amante senso;