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154 | scelta di poesie filosofiche |
traendo gaudio molto,
pur come fan gli amanti, anche dal duolo;
ché ’l primo Amor ci leva a tanto volo.
Non solo eresia, ma pazzia pare che l’uomo, vedendo tanti santi ed eroi godere degli tormenti ed eternarsi in Dio e nella fama, non sa far lo stesso nell’occasione, e pigliar allegrezza anche dagli affanni, come gli apostoli: e gli innamorati godono patir per la lor diva. Dunque l’amor divino piú ci alza a questo gaudio, anche ne’ travagli. Onde si condanna Epicuro e ’l macchiavellismo, che non sanno cavar piacere e gaudio dagli affanni, ma solo dalle prosperitá; come le bestie, le quali deve avanzar l’uomo savio, ecc.
madrigale 4
Fuggite, amici, le scuole mondane;
alto filosofar a noi conviensi.
Or, c’han visto i miei sensi,
non piú opinante son, ma testimonio,
né sciocche pruove ho di secreti immensi.
Giá gusto quel che sia di Cristo il pane.
Deh! sien da noi lontane
quelle dottrine, che ’l celeste conio
non ha segnato; ch’io vidi il demonio.
Richiama gli amici alla scuola di Cristo, poiché egli ha conosciuto per esperienza esser vero l’altro secolo dopo la morte, ed ebbe molte visioni manifeste al senso esteriore, e gli demòni lo travagliarono e vollero ingannarlo, fingendosi angeli. Ed allora fece questa canzone, e si dedicò tutto alla religione vera. E predica agli altri che la sua sperienza è vera, e non di femminella né d’uomo deluso, ma di filosofo, ch’andò investigando questa veritá, ed allora scrisse l’Antimacchiavellismo.
madrigale 5
Credendosi i demòn malvagi e fieri
indiavolarmi con l’inganni loro,
benché con mio martoro,