Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/145


scelta di poesie filosofiche 139


76

Quattro canzoni
Dispregio della morte

CANZONE I

madrigale 1

Anima mia, a che tanto sconforto?
forse temi perir tra immensi guai?
Tema il volgo. Tu sai
dirsi morir chi fuor del suo ben ’giace.
Se nulla in nulla si disfa giammai,
non può altronde, chi a sé pria non è morto,
morte patir o torto,
né temer guerra chi a se stesso ha pace.
Non ti muova argomento altro fallace.

Se ente alcuno non s’annicchila, bisogna dire che la morte sia mutazione; e che morto è ’n veritá chi star fuor del bene a sé conveniente, e non chi è mutato in altro ente.

madrigale 2

Se nativa prigion te non legasse,
legar non ti potria l’empio tiranno,
ch’e’ non può far tal danno
a’ sciolti venti, agli angeli, alle stelle.
Solo a lui male i suoi tormenti fanno,
ma a te ben, come se ti liberasse,
o ti risuscitasse,
chi da sepolcro o da prigion ti svelle;
ché l’uno e l’altro son l’umane celle.

Il tiranno fa torto, ma non male, anzi ti sprigiona o risuscita; peroché il corpo è prigionia, secondo san Paolo e Trismegisto, e carcere oscuro. E perché siamo carcerati nel corpo, possono