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scelta di poesie filosofiche | 133 |
madrigale 2
Per l’Unitá ti priego viva e vera,
per cui disfarsi stimo
la discordia, la morte e l’empio inganno;
per la Possanza universal primiera,
e per lo Senno primo
e per lo primo Amor, ch’un ente fanno:
togliene omai quel danno,
che da valor, da senno e d’amor finti
tirannide, sofismi, ipocrisia
spande pur tuttavia;
che l’alme e i corpi a pugna cieca ha spinti
fra lacci e laberinti,
ove par che sia meglio
non veder l’uscio a chi forza non have;
e me n’hai fatto speglio,
quando senz’arme m’hai dato la chiave.
Lo prega per gli epiteti suoi eminentissimi, Unitá, contraria alla discordia, alla morte ed allo tradimento, per la Possanza, Senno ed Amore, che ci toglia i danni venuti da finta possanza, finto senno, finto amore. Donde è nata la pugna cieca, che ci facciamo male l’un l’altro senza intendere perché, poiché spesso sono carcerati quegli che dicono il vero, e sono tenuti per eretici, come san Paolo da Nerone e san Piero, ecc.; e come in questo laberinto non giova vedere il vero a chi non è armato, perché piú è afflitto dall’ingannati e dall’ingannatori, come disse nel sonetto Gli astrologi, ecc.
madrigale 3
Per le medesme eminenze ch’io soglio
dir di se stesse oggetti,
essenza, veritá e bontade insieme,
ti prego, s’io di maschere le spoglio,