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I

Proemio

Io, che nacqui dal Senno e di Sofia 1,
sagace amante del ben, vero e bello,
il mondo vaneggiante a sé rubello
richiamo al latte della madre mia.
Essa mi nutre, al suo marito pia;
e mi trasfonde seco, agile e snello 2,
dentro ogni tutto, ed antico e novello,
perché conoscitor e fabbro io sia.
Se tutto il mondo è come casa nostra 3,
fuggite, amici, le seconde scuole 4,
ch’un dito, un grano ed un detal ve ’l mostra 5.
Se avanzano le cose le parole 6,
doglia, superbia e l’ignoranza vostra
stemprate al fuoco ch’io rubbai dal Sole 7.

1. «Senno» è l’intelletto eterno. «Sofia», la sapienza creata, diffusa in ogni ente, che, impregnata dall’intelletto divino, partorisce i veri sapienti, ma da sé, i sofisti, e rubelli a se stessi, in quanto creati da Dio.

2. Dal divino Senno aiutato, il savio penetra, con esso lui, quasi volando, tutte le cose fatte e future.

3. Questo verso contiene tutta la loica e tutti sillogismi, che dalla parte al tutto ci guidano a sapere.

4. «Scuole seconde» sono quelle che non da Dio nella Natura imparano, ma da’ libri degli uomini, parlanti come opinanti di