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122 | scelta di poesie filosofiche |
d’invocar chi l’aiuta «proprio Dio»,
che a tutti gli enti il tuo valor comparti,
e le mutanze lor con segrete arti
addolcisci, amoroso temperando
necessitate, fato ed armonia,
Possanza, Senno, Amor per ogni via,
m’è avviso, ch’a pregarti ritornando,
truovi rimedio alcun, che rallentarmi
possa la pena ria,
o ’l dolce crudo amor di vita trarmi.
Conchiude che, se ’l mondo non ha male, ma egli, ch’è parte di quello, patisce per ben del tutto e dell’altre parti; come la pecora per cibar il lupo, ed ogni parte del mondo offesa chiama in aiuto altre parti simili, come Dio proprio, perché Dio in quelle l’aiuta, mentre a tutte donò Potere, Sapere ed Amore, e le temperò con fato, necessitá ed armonia. Dunque e’ deve pur pregare Dio, e non cessare, perché ci dia rimedio contra la pena, o ci tolga l’amor crudele del vivere, che gli dona piú pena che la morte stessa, ecc. Nota ch’è dolce l’amor della vita e crudele, perché, se quello non fusse, non ci dispiacerebbe la morte né gli guai.
madrigale 8
Cosa il mondo non ha, che non si muti,
né che del suo mutarsi non si doglia,
né che del suo dolersi Dio non preghi.
Fra’ quali molti son, cui avvenir soglia,
che, come tu ab aeterno vuoi, l’aiuti;
e molti ancora, a cui l’aiuto neghi.
Come dunque io saprò per cui ti pieghi,
s’io presente non fui al consiglio antico?
Argomento verace alfin m’addita
che quella orazion sia esaudita,
che con ragione e puramente io dico.