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scelta di poesie filosofiche | 111 |
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Ad Annibale Caracciolo detto Niblo
scrittor d’egloche
Non Licida, né Driope, né Licòri
pòn mai, Niblo gentil, farti immortale,
se d’amor infinito oggetto eguale
l’ombre non son, né gli cadenti fiori.
La bellezza, che in altri ammiri e adori,
nell’anima tua diva piú prevale;
per cui lo spirto mio spiega anche l’ale
verso le note degli eterni ardori.
Illustra dunque quel che ’n te risplende
con l’amor di virtú, che mai non manca,
e laudi immense da Dio solo attende.
Di far conto con gli uomini omai stanca
l’anima mia, la tua richiama, e rende
alla scuola di Dio con carta bianca.
Si va alla scuola di Dio con carta bianca, quando si cerca la veritá, secondo che da lui è insegnata. Ma, quando si cerca secondo la dicono scrittori, come Aristotile, Platone o Scoto, ecc., si va col conto fatto, e non si impara mai la pura veritá, ecc.
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Al Telesio cosentino
Telesio, il telo della tua faretra
uccide de’ sofisti in mezzo al campo
degli ingegni il tiranno senza scampo;
libertá dolce alla veritá impetra.
Cantan le glorie tue con nobil cetra
il Bombino e ’l Montan nel brezzio campo:
e ’l Cavalcante tuo, possente lampo,
le ròcche del nemico ancora spetra.