Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
scelta di poesie filosofiche | 109 |
E tu, marmeggio 2, visto ch’io mi ecclissi,
ch’io non sapessi vivere argomenti,
o ch’io fossi empio; e perché il sol non tenti,
se del fato non puoi gli immensi abissi?
Se a’ lupi i savi, che ’l mondo riprende,
fosser d’accordo, e’ tutto bestia fôra 3;
ma perché, uccisi, s’empi eran, gli onora?
Se ’l quaglio si disfa, gran massa apprende;
e ’l fuoco piú soffiato, piú s’accende,
poi vola in alto, e di stelle s’infiora.
Mirabile risposta a’ predetti argomenti, con ragioni vive contra i reprensori.
1. Quanta istoria un uomo sa, tanti anni ha, secondo che l’autore espose.
2. Marmeggi sono i vermi nati dentro il cacio, che si pensano non ci esser altra vita né paese che ’l lor cacio.
3. Mostra che la morte di savi è la felicitá del mondo, overo sanitá, e che, morti, sono venerati da chi gli riprende.
La metafora del quaglio e del fuoco soffiato sono notabili a chiarire il fine de’ travagli de’ savi, ordinato dal fato divino.
65
Orazione a Dio
Tu, che, forza ed amor mischiando, reggi
e muovi gli enti simili e diversi,
ordinati a quel fine, ond’io scoversi
il fato, l’armonia di tutte leggi 1;
s’è ver che i prieghi di cosa correggi
non decretata negli eterni versi 2,
ma solo i tempi prosperi e perversi
d’affrettar o tardar ne privileggi;
cosí prego io, che tant’anni mi truovo
di sciocchi e d’empi favola e bersaglio,
e nuove ingiurie e pene ognora pruovo: