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94 | scelta di poesie filosofiche |
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Da Roma ad Ostia un pover’uom andando
fu spogliato e ferito da’ ladroni:
lo vider certi monaci santoni,
e ’l cansâr, sul breviario recitando.
Passò un vescovo, e, quasi nol mirando,
sol gli fe’ croci e benedizioni:
ma un Cardinal, fingendo affetti buoni,
seguitò i ladri, lor preda bramando.
Alfin giunse un tedesco luterano,
che nega l’opre ed afferma la fede:
l’accolse, lo vestío, lo fece sano.
Chi piú merita in questi? chi è piú umano?
Dunque al voler l’intelligenza cede,
la fede all’opre, la bocca alla mano,
mentre quel che si crede,
s’a te ed agli altri è buono e ver, non sai;
ma certo è a tutti il vero ben che fai.
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Contra sofisti ed ipocriti, eretici e falsi miracolari
Nessun ti venne a dir: — Io son tiranno, —
né il sa dir; né dirá: — Son Anticristo; —
ma chi è piú fino, scelerato e tristo,
per santitá ti vende il proprio danno.
Ma il baro, la puttana e ’l saccomanno,
d’astuzie sí divote mal provvisto,
si crede esser peggior, ché agli altri è visto;
e poco è il male, in cui poco è l’inganno.