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82 | t. campanella |
di tener ragione, sará fatta piú a loro che a me poverello, infamato e consumato e solo, che non ho altro che la lingua e la ragione per me, ma molto oppressa. Nostro Signor Dio doni intelletto a Vostra Maestá per beneficio universale. Amen.
Sappia che han riferito che vennero li turchi quell’anno chiamati da noi, e non fu vero; e fecero morire nel molo alcuni ladri sotto nome di ribelli, per dar ad intendere che scopriron la ribellione, e fu bugia. Or se in cose tanto manifeste fingono, che sará nel processo secreto?
[Napoli, aprile (?) 1607].
Fra Tomaso Campanella, |
XIII
A Rodolfo II d’Austria
Si appella ora, come san Paolo, all’imperatore, perchè il re è ingannato da’ ministri ed il pontefice, come san Pietro, è meno potente. Lo faccia Rodolfo portare da lui in catene e lo ascolti, condannandolo al rogo ove verifichi che il prigioniero mancherá ad una delle tante cose mirabili scritte, o piú mirabili promesse da dire a voce; o quanto meno procuri sia mandato a Roma o a Madrid. Non ha inviato la Metafisica, perchè non la restituiscono amici infidi che non dubitano della prossima fine di lui.
Serenissime ac invictissime Caesar,
Cum dormirent christiani quibus «lumbos habere praecinctos ac lucernas ardentes in manibus tenere, similesque servis expectantibus domiuum suum donec revertatur a nuptiis», iussum est a domino, ego frater Thomas Campanella ordinis praedicatorum tintinnabulum pulsare meum coepi, et faculam ad fumigantia candelabra accendenda erigere praetendentem. Et ecce viri ignorantiae somno noctis huius tenebricosae sopiti, a suavi dormitione deturbari conquesti sunt; magis autem qui