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46 | t. campanella |
libricello a tutte le cause. Cosi si tolge la lunghezza delle liti, l’adulterio delle leggi per li dottori, la difficultá lunga dello studio, e si leggeran li padri e non le glosse varie. E tutt’i principi vedendo quanto è buono, piglieran questo modo, acclamantibus populis, e cessará la grande iniquitá che «sedet loco iudicii», e l’inganno della plebe meschina; né saria se non bene che sian volgari ad ogni nazione. Di piú, faccia che tutti li religiosi avvochino ad defensam, in particolari li clerici regolari; e li frati di Gioan di Dio e di san Gioan Colombino siano medici e speciali, e leggano medicina ed agricoltura, e servano a tutto il popolo gratis. E cosí «omnia traham ad me ipsum cum gaudio populorum».
III. Si faccia in Roma una ruota di conseglio comune dove entrino tutti l’ambasciatori di principi e republica con altri tanti cardinali da loro chiamati, ché ognun abbia ius d’introdur un seco. Pigli l’infimo luoco che si tiene il piú nobile; questo si appelli il collo della cristianitá. E quel che si determina da tutti con Vostra Beatitudine in materia di stato, tutti principi abbino a seguitare; e chi non ubbidisce, tutti gli altri principi siano obligati ad esserli contra in guerra aperta. Questo servirá per non ribellarsi dalla sedia apostolica, come fece il re d’Inghilterra; e perché cessi la gelosia che il grande non opprima il picciolo, e che ’l grande possa far guerra contra infedeli senza sospetto che l’altri lo molestino in casa sua assente, come facea re Francesco a Carlo V; e per rappresentar l’unitá de cristiani con spavento d’infedeli sotto il padre. E non posso dir li innumerabili beni che da questo consiglio nasceriano. Uomini di spirito e di gran lettere ci vuol a persuader li principi a questo che per l’interesse di tutti è ottimo, come io dimostrai nel libro della Monarchia di cristiani, che sta in man dell’illustrissimo San Giorgio.
IV. Perché negano a Vostra Beatitudine il gladio materiale con gran malizia, ché ignoranza non può esser a chi ha giudicio pochissimo, e Cristo disse che in tempo di bisogno non solo «sacculum et peram et tunicam» debbiano pigliare, ma «qui non habet, gladium etc.»; instando la passion della chiesa,