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428 | t. campanella |
complessivamente di cc. 121, si divide in ventotto manoscritti: una relazione di Spagna ed un inserto in lingua spagnuola (cc. 81-111), un ordine di Paolo IV per una crociata contro i turchi (cc. 1-3), gli Aforismi politici (cc. 47-65), la Cittá del sole (cc. 65-81), e, insieme con queste due opere del Campanella, ventitré lettere dello stesso autore: quattro autografe — XX, XXIV, XXVIII, XXIX (mss. 21, 12, 20, 19), — sette copie in carattere assai minuto ma altrettanto chiaro di Gaspare Scioppio — XIV, XVI, XXII, XXIII, XXV-XXVII (mss. 10, 6, 24-8), — che corresse, postillò, forní d’indirizzo e sottoscrizione le rimanenti dodici d’ignoto amanuense — VI-XIV, XVIII, XIX, XXI (mss. 71-9, 72 . 5, 2, 11, 3, 4, 22, 64, 23). Le raccolse, è facile intenderlo, lo Scioppio che del suo patrocinato serbò, trascrisse e fece calligraficamente trascrivere quel che gli poteva premere, a volte intere composizioni a volte semplici brani; ed al partire da Lucca nel 1617, le lasciò, non si sa se in deposito o in dono, in casa dell’ospite Bartolomeo Puccini, da’ discendenti del quale vennero poi cedute a Salvatore Bongi, da cui per incitamento di Cesare Guasti e di Gaetano Milanesi si affrettò a comprarle per mille lire il prefetto della ex Nazionale Vito Pomari.
Non di minor conto sono i codici che appartengono alle varie biblioteche di Roma, massime alla Barberiniana, cosí ricca di documenti che illustrano il papato di Urbano VIII con la cui storia è intrecciata tanta parte della vita del Campanella dal 29 settembre 1623 al 4 marzo 1639, la data dell’ultima sua. Sono, in fatti, barberiniani i codici XXX. 121. e XXII. 6., l’uno con la LX e LXI (ff. 28 e 40), l’altro con la LIV (f. 78), tutte e tre autografe; come barberiniano è il codice latino 6465 — vecchia segnatura LXXIV. 11., — la preziosa raccolta che ordinò, anni addietro, monsignor Pieralisi, composta degli autografi di ventisette lettere: XLVIII, LV, LVIII, LXIX, LXXI, LXXIII, LXXV, LXXVI, LXXXI, LXXXII, LXXXIV, XC, XCVIII, C-CV, CVIICXI, CXIII, CXX e CXXI. Nella Vaticana stanno inoltre il registro 1447 ed i codici 8193 e 7069, nell’ultimo de’ quali si leggono la XXXVI, XXXVIII, XXXIX e LVII (cc. 1v -2r, 64-8, iv -2v, ivi), nel penultimo la XXX (ff. 3-8) e nel primo la LIII (f. 399); nella Lancisiana le Varie lettere a M. A. Severini, dove, nel t. III — il LXXIV. I. 11., — ho rinvenuto la XLVI, L e LVI (cc. 451, 450 e 449); nell’Archivio della pia Casa degli orfani di Roma il t. 423, uno de’ dieci del carteggio del Fabri, da cui si è tratta la LII