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414 | t. campanella |
II.
Proposizioni eretiche, gentilizanti,
talmudistiche e zannesche
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1. Dio non la fa da par suo quando castiga, ma solo fa da par suo quando perdona.
2. La beata Vergine è vapor di Dio essalante come parte piú pura, ed in Dio restò l’impura.
3. Cristo non ha pagato a Maria quanto li deve, né può estinguer il debito; e Maria ha dato piú a Cristo che non Cristo a Maria.
4. Cristo non sta contento in cielo per essersi partito da l’utero di Maria Vergine dove stava meglio; né la beata Vergine ha ricevuto ricompensa bastante da lui, anzi resta creditrice in infinito ed insolubile.
5. Criste audi nos voi dire: obedi nobis; e si dice con alteri[gi]a e comandamento.
6. La beata Vergine è un finito infinito, un’omnipotente debolezza, un mezzo Dio ed un mezzo uomo, Dio mediterraneo. Si può dir Dea, e un Dio creato, Dio zoppicante, Dio dimezzato, Dio fuoruscito di se stesso.
7. La beata Vergine è dello stesso ordine di Dio; e Dea deve nominarsi d[a] quello, da Cristo Cristessa, da uomo omessa, unigenita, primogenita.
8. La beata Vergine eccede li santi in infinito nell’amor di Dio. E si può dir Spirito santo senza eccezione, perché è spirata da le tre persone divine, e non amata ma Sanctus amor, anzi si deve chiamar Spirito santo e fiato di Dio, né si può negare.
9. La misericordia della Vergine è piú suave che in Dio stesso.
10. Nel Padre ci è la misericordia senza compassione, nel Figlio con compassione ma con giustizia, in Maria appassionata e senza giustizia.
11. Dio nel perdonare non è uno, e l’effetti del perdonare sono infiniti, ma nel castigare a pena è uno.