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lettere | 401 |
Talché, come persuade La Milletière nei suoi libri di quali vi mandai l’estratto, e molti altri scrittori animati dall’Alvarez e suoi seguaci nella Minerva, ora li principi, chiariti che l’una e l’altra fede è la medesima, deveno togliere al clero tutti beni e giurdizioni, e lasciargli solo il ministerio de’ sacramenti; e se alcuni principi torneranno alla fede catolica tornerebbeno con questo patto di tener la fede minervista e li beni ecclesiastici per sé. Ed ogni giorno escono novi libretti di questa materia, ed hanno avuto ardire di conortar il re di Franza al medesmo, e che facesse col fratello e con il papa come fece Salomone con Adonia ed Abiatar. La somma pietá del re e la religiosa diligenza del Cardinal Duca hanno fatto brugiare e proibire questa sorte di libri; ma però resta grande scandalo nei populi e mal sapore nella mente di alcuni officiali biechi: però non vi meravigliate de’ tanti toni, ma aspettate la pioggia orrenda. Del che son tre anni ch’io scrivo a Nostro Signore; ma le mie lettere forsi non arrivano nelle sue mani, come anco mi trattennero i Commenti sopra i poemi di Sua Santitá, togliendo a Sua Santitá il gusto di vederli stampati, per tôrre a me la grazia di quella.
E monsignor nunzio ben sa quanti pericoli e fatiche io ho preso per il bene commune — e li minervisti non pensano sino a smaccare la mia autoritá con la ruina di tutti? E supplicai a Vostra Eminenza che me mandasse li dubbi fatti contra il mio libro con promessa di monstrare ch’essi tengono l’opinione eretica ed io la catolica, o di condennare al foco tutti li libri miei; e pur nessun ha voluto mandarmi questi dubbi, ed io sono sforzato providermi con le academie dell’Europa contra le calunnie loro, contrarie al remedio unico, che è di san Tomaso e non mio. Fingan pur li maligni altrimente. Di piú ho supplicato la Sua Santitá che consideri bene de sodisfare a la Franza, e dare il mantello a chi ti cerca la tunica; perché, perdendo questo aiuto, resterete in preda di quelli che fingono d’aiutarvi.
E si dice per tutto che la discordia fra Vostra Eminenza ed il Cardinal Barberino sono per recare ruina non che scandali.