Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
358 | t. campanella |
determinate, anzi né anche dopo la determinazione, come li gesuiti vònno, perché può mutarsi la determinazione secondo san Tomaso e ’l sacro concilio tridentino, e se non contra Lutero e Mahomet, assertori di tal decreto, ho fatto un centone ex verbis divi Thomae.
Dove mostro che Dio predestina tutti, come padre, facendoci tutti buoni a sua imagine, ma non tutti, come giudice, se non quelli che non cadeno col mal oprar finale dalla paterna gratia praedestinate et satagunt per buona opera certam facere electionem; e che non nascimur iudicati, com’essi vònno, ma iudicandi, come dice san Matteo — e cosí consolai l’anime di tutti, e levai i principi dalla tirannia ed i popoli dalla sedizione, sapendo ch’opera illorum sequuntur illos, facta Depo movente omnes non compellente; — o le opere di Cristo applicate per li sacramenti; e chi non l’ha per mancamento non suo, come i fanciulli non batizati, perdeno solo la beatitudine sopranaturale, non la naturale in Dio, come prova san Tomaso. E trovai nei suoi archivi questo tesoro onde si risponde con facilitá ad ogni argomento d’eretici che con la dottrina loro erano insolubili; e però il papa comandò non si predichi in publico, tanto è contro alla natura ed a Cristo che dice «infectis in tectis» quando è sua.
Anzi son usciti molti libri in Francia che provano che li dominicani son per Calvino; ed uno con cui disputai in casa delli signori Puteani stampò un’epistola dedicata al Cardinal Duca, che vol provare che li calvinisti e li tomisti non hanno discordia di dogmi, ed io feci veder il contrario: e per questo ho stampato quel libretto. Per tanto supplico a Vostra Eminenza, come protettor di Francia e di tomisti, che non mi lasci far torto in Roma dagli alvarezisti, ma mi si mandino le lor Censure per difendermi; e s’io non mostrerò con san Tomaso che le mie proposizioni son catolice e che le contrarie son eretiche, mi do per vinto e per bestia. Avverta Vostra Eminenza che non solo nelle cause di ribellioni e di tossico mi perseguitâro senza colpa con falsitá evidenti, ma ancora nelle censure che fecero contra i libri miei l’anno 1626 due