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lettere 355

che se ho risposto bene al Bellarmino, meglio responderia a loro. E subito Scaglia mi venne a visitare in Santo Offizio, che pria m’era contra; e mi si presentò e poi pregò ch’io non volessi veder le censure del Mostro, se ben io in secreto l’avevo viste, per schivar le nemicizie: e ciò poi io ho referito a Vostra Beatitudine. Però sia certa che adesso fan peggio: però supplico, e lo scrissi al padre commissario, che mi se mandin le censure per difendermi, e vedrá quanti inganni si fanno nella corte, non che in Napoli. E certo tutti avean damnato l’opinion di Vecchetti per eretica — ed era solo temeraria — s’io non avessi mostrato al padre Acquanegra molti dottori in favor del Vecchetti. Sa anche il padre maestro Marino la difenza che feci contra loro che dicevan a Vostra Beatitudine nell ’Astrologia, stampata da loro per farmi male, esser cento superstizioni; e fu pur approbata da’ censori datimi da Vostra Beatitudine.

Di piú, li dico che solo questo libro dopo tanti anni può risponder esattamente all’argomenti di ugonotti e fruttifica in tutto settentrione, come Vostra Beatitudine può veder leggendo solo l’epistola dedicatoria al re cristianissimo e ’l proemio del Centone. Ed in ambedui Vostra Beatitudine è nominata; e tenga per certo, e lo vedrá in quell’epistola, che, come ha detto a Vostra Beatitudine il conte di Brassac, piú ugonotti ha fatto l’Alvarez, mastro del nostro padre generale e del Mostro, che non Calvino, e tira le genti a[l] maometismo, se non speculativi, come Berardino Ochino fece: e si scandaliza la Sorbona di questo, e piú li inglesi. Li quali quasi tutti desideran la fede catolica, e molti io ne mando a Roma che riferiranno quel ch’io fo; e forse sarò chiamato dalla lor regina, alla quale scrissi che li suoi vassalli mi dicono che per non morir di fame, confiscati i lor beni, non si fan catolici; e che si sforzi solo impetrar libertá di conscienza e sará subito vittoriosa. Il resto scrivo al padre commissario; e scrissi a Vostra Beatitudine per il marchese di Covre e per il conte di Novaglia, quando mandai a Vostra Beatitudine i libri.

Aspetto le Censure e la solita lemosina, perché qua non si