Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
lettere | 347 |
presto lo vedrá meglio. Il marchese d’Asserach aspettava consolazione, come giá lo scrive all’ambasciator ordinario e non che sia improverato al vostro servo che sia l’abiura finta da me. Presto farò veder a Vostra Santitá cose piú grandi e come il signor Cardinal Barberino è ingannato a creder di me sempre il contrario.
Io ho fatto che uno scrittore degli annali di Francia lasciasse di mettere opinioni perniciose che tenea contra il papato: ed ogni settimana determino, in presenza di molti, contra gli eretici ed ateisti una o due proposizioni facendole accettare per forza di argomenti, benché di Roma venga scritto a questi padri che mi facessero mal officio ed occultassero le buone opere che fo; e tutti conventi son posti in iscompiglio con la persecuzion di chi non è della partita, come l’eminentissimo cardinale Antonio credo sia informato. Supplico a Vostra Beatitudine che mi benedica e ch’ordini mi sia data la solita grazia, che ricevevo per man di monsignor Mazarini, qua, da chi piacerá a Vostra Beatitudine; perché le guerre fanno scarse e ritrose le pensioni del re, e ’l vostro servo patisce assai. Ho avvisato altre cose importanti a Vostra Beatitudine, ma non so se le son venute in mano.
Resto sempre al comando e cenno di Vostra Beatitudine, baciandoli li santi piedi, e pregando Dio per la sua salute e vita lunga a beneficio del popolo di Dio.
Quanto sono ingannati o ingannatori quelli che dicono qui che Vostra Beatitudine è contraria a Francia e non padre comune, io sovente lo mostrai, ed altri credo lo sa, e dalli scritti ch’ho dato a’ padroni di qua.
Parigi, 3 giugno 1636.
Fra Tomaso Campanella, |