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332 | t. campanella |
scritte di man loro le consulte e dimande etc. Io per levarli parte del fastidio, se volesse saper da me quel che si può fare, poiché sto super faciem loci, dico: al primo, circa i motivi che tengon ostinati gli eretici, si deve proveder per via del braccio secolare, e con libretti contrari a quelli di ministri; e questo si fa. Al secondo s’è provisto bene con li ministri; e si fa un libello per la plebe. Al terzo, benché san Gregorio per lo scandalo abbia scritto a Sireno, vescovo di Marseglia, che tolga via l’imagini da’ tempi, non so se qui fosse bene, perché scandalizarebbonsi i catolici; ma dichiarar efficacemente in che senso tenemo l’imagini per un libretto volgare. Al quarto stimo necessario che si dica la messa nei luochi d’eretici in lingua latina e gallicana giontamente, come in Roma si canta l’Evangelio ed in greco ed in latino.
Ai motivi di ministri rispondo, prima, che si deve da’ vescovi dar salario per predicare contra, se son poveri; e questo si fa, se pur non abondantemente. Ma si deven ammonir a distribuirli con piú diligenza ai meritevoli e fatiganti etc. Al secondo honorentur ministerio praedicationis continuatae et hortatu ad principes, ut ipsorum curam honestam gerant. Ad tertium, consimiliter. Circa consultationem in modo agendi cum haereticis, respondeo ad primum, secundum, tertium, quartum, quintum et sextum: bene quidem eos considero ex parte de bis qui praedicant verbum. Sed circa disputationem ego confeci libellum quo unica disputatione tantum possit quilibet mediocris ingeni convincere haereticos; quoniam prolixitas disputationis ostentat quasi speciem victoriae falsam iniustamque defendentibus . Dabo illis approbatum libellum a sacris theologis et episcopis.
Al modo che voglion osservare, cominciando le dispute da quelli dogmi nei quali manifestamente son convitti e si vergognano piú defenderli, io consento: questo mostra la fisiologia e logica e retorica. Avvertendo sempre quel che dice sant’Agostino, ch’«aliter disputandum de praedestinatione etc. post haeresim pelagianam»: cosí a questo tempo, aliter etiam post haeresim lutheranam. E cominciare dalle chiare: che il far bene e’l far male portan gli uomini al paradiso o all’inferno,