Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/285


lettere 279

inanis, contra quam Teriullianus et Epiphanius invehuntur, ad directionem cognoscitivae facultatis humanae instaurata. Huie addidi Rhetoricam et Poëticam quas in prostibulo fucatas conspicatus in templum ad castas musas reduxi. Tandem apponitur Historiographia, ab adulatoribus, osoribus et loquacibus denigrata, nunc in suam restituta puritatem; ut quae ego de vestris meritis dicere non valeo. qui sequentur intelligant Noallios meos hac methodo esse dicendos. Suscipite ergo eo quo exhibentur animo, praestantissimi domini, non ingratum forte munus non ingrati servi vestri, eaque qua soletis me benevoientia honorare; in quo campanula mea per totum orbem vestram testificetur beneficientiam inque vestram resonet gloriam. Valete.

 Parisiis, die 15 martii 1635.

Frater Thomas Campanella.


LXXX

A monsignor Niccolò Claudio Farri di Peiresc

Lieto di trovarsi in line tra gente che non seconda le persecuzioni del Mostro, è riconoscente a Luigi XIII de’ favori e degli onori che noti gli ha lesinati, a coloro che cordialmente lo accolsero a Marsiglia, al Peiresc delle molte cortesie, al pontefice della pensione; e ripete che non si è potuto sdebitare col Rossi, avendo dovuto aiutare i suoi parenti perseguitati dagli spagnuoli.

          Illustrissimo e reverendissimo signor
               e padrone osservandissimo.

Ho scritto piú lettere a Vostra Signoria per via di Lione raccomandate al signor Roberto Galilei, ed un’altra finalmente per mezzo de’ signori Puteani, e non ho risposta; e come impaziente che sono, l’avviso di novo li gran favori ed onori che mi fe’ la Maestá cristianissima, e com’è venuto poi monsignor Buttiglier a portarmi un brevetto di centocinquanta lire