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270 | t. campanella |
gran bontá, conoscendo il suo gran senno, come veracemente da filosofo non da cortegiano l’ho descritto in quei Commenti ch’ho fatto sopra i suoi divini poemi, i quali ho cantato per tutto il viaggio con gran mia consolazione, massime dopo che m’occorse disputare della ragion che mosse Vostra Beatitudine ad acconciar l’inni sacri, come lo scrivo al signor don Giovanni Colonna. Ed ora di novo la riprego resti servita concedermi che li possa stampare almen per oracolo secreto, come lo farò. E certo scorrerei forse a questo errore senza cercar piú volte licenza, considerando che saria gloria di Vostra Beatitudine, la qual mi sará sempre piú cara che qualunque altra cosa, se io avessi l’esemplar tutto e polito. Ma perché lo tiene l’eminentissimo Barberino, datoli da’ miei emoli, con persuaderlo che non si devea stampar ché non era onor di Vostra Beatitudine, quand’io m’apparecchiavo a porlo in luce, ed approbato da piú teologi lo donai al padre generale ed al padre Mostro per l’imprimatur. Del che ne concepirò tanta invidia credendo che Vostra Beatitudine m’averia esaltato a quel grado ch’essi anelano senza virtú vera. E m’impedirò questo ed ogni altra cosa per sé e per gli altri machinando contra me, e dove non potevan ingannar Adamo andâro ad Eva. Una parte ne tiene il padre Tontoli e m’ha dato l’approbazion di tutto. Scrivo al signor conte di Castelvillano li ricuperi e mandi. Ma senza l’oracolo di Vostra Beatitudine non lo fará.
Desidero anche che nelle cose mie sia l’eminentissimo cardinale di Richilieu giudice ed altri teologi della Sorbona. E vedrá Vostra Beatitudine con quanta bugia hanno sparso nome ch’io scrivo cose stravaganti e non consonanti a san Tomaso, mentre vedrá ch’essi non intendeno né studiano né han visto la dottrina de’ padri coi quali, come fe’ san Tomaso, io provo tutte le cose mie. E cosí è ordinato a noi nelle costituzioni di san Domenico; ed essi fanno il contrario e sparlano. Né mai han voluto venir all’ultime prove dopo che piú volte li feci restare. Vedrá Vostra Beatitudine le baie che dice nel libro per il concilio tridentino. Quanto ci è