Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
262 | t. campanella |
e non lo vidi mai se non come fantasma disparente subito, semel in Avignone, bis in Lugduno, semel in Ruana, semel in Orléans e semel in Parigi; e potea correr pericolo per queste sue dicerie con tutti, dovendo star secreto etc. A quel suo maronita imprestai mezza pistòla, non la tornò.
Tutte queste cose dico non per gusto di notar alcuno, ma perché Vostra Signoria illustrissima sappia e goda che fa bene a buoni ed a mali, come Domenedio «qui pluit super iustos et iniustos». Ebbi però da un Gaspar Vincenzii, gentilomo avignonese, assai aiuto per via; da monsignor d’Aix quanto li dissi, cioè che mi condusse fin a Ruan, e sempre pagai il cavallo al suo barbiere, e la mensa quanto li padroni etc.: del che Vostra Signoria illustrissima si ride, e veramente è da ridersi.
Ebbi giovedí passato le lettere di Roma che Vostra Signoria mi mandò, e li saluti del signor barone [di Rians,] mio signore; dal quale mi finse Barrema, quando fummo in Valenzia, ch’avea ricevuto lettera quel giorno nella quale lo avvisava chi ero io, ma poi mi son accorto che fu tratto del Ruffi. Risaluto caramente anche l’astronomo nostro Cassendi, e lo prego che conservi le Osservazioni per ben di tutti; qui per adesso stamparemo alcune cose. Pregai il signor Caffarelli che dedicassemo la Medicina a Vostra Signoria illustrissima, qual è in fine di stamparsi; ma lui mi risponde che l’han promessa al duca di Parma, e non può far altro: io non voglio conturbarlo. Ci será tempo per altri etc.: io spero di far gran bene qui, tanto vedo disposto il mondo, e per ben di tutti.
Ho ammirato l’ampiezza della Francia montosa e piana, — così l’ho distinte con gli occhi e posi il mezzo in Ruana, — e la feracitá di colli, ed utilitá di monti, abondanza delle pianure chi pònno dar pane a quattro regni, e non ho sentuto ancor freddo. Anzi tutte le campagne trovai verdeggianti e fiorite sin a Parigi: segno di gran bella temperie. Notai le varietá della terra nella consistenza e colori e vene di essa, e tutte le differenze di questo eterogeneo corpo; e non cede punto all’Italia. Ma d’abondanza di carni e butiri supera etc.; e tutta gente allegra: non trovo lamenti né malinconie, se non