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Mi scordai d’avvisar a Vostra Eminenza che le mine del presente secolo e la dissobedienza verso santa Chiesa nasce da questo argomento commune. O Dio è o non ci è. Se non ci è, facciamo a nostro modo, regniamo per forza e per sofismi e per ippocrisia; se ci è, ci ha predestinato o reprobato. Dunque, non ci può piú salvare né dannare né dar piú o minor grado di premio o di pena. Dunque, pur facciamo a nostro modo ut supra: e però li teologi sono sconscenziatissimi; e contra questo argomento io combatto. Si non era io, averiano condennato il Vecchietti al fuoco. Diciotto teologi d’accordo che fosse eresia il negare Cristo mangi l’agnello; ed io animai l’Acquanegra a difesa, ch’era solo temeritá, e molte proposizioni dannano per consenso e con dicto sen[za] conspirazione.

Vostra Eminenza stia in cervello che tutte le nazioni murmurano delli censori senza difesa conveniente etc., e li libri nefandi stanno in piedi. Legga le Litanie di padre Mostro. Facciasi dar le Censure dall’abbate Barlamot. Si studia poco, si parla senza scienza.

 Parigi, 4 dicembre 1634.

Di V. E.
umilissimo, fidelissimo ed obligatissimo servo
Fra Tomaso Campanella.