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258 | t. campanella |
Averroem pro sancto Petro, Alexandrum pro sancto Paulo etc.»; e quanti mali han partorito lo dimostrano tutti i padri. E pur io non contradico ad Aristotele se non dove è contraditto dalla sacra scrittura e dai padri.
Di piú, per screditarmi in palazzo fecero stampare la mia Astrologia, e la presentarono a Nostro Signore quel giorno che Sua Beatitudine mi volea far consultore dal Santo Offizio, e dissero che ci erano in quella eresie e superstizioni; ed io dimandai giudici; e si decise che non ci era errore, come sa Nostro Signore. Poi facendosi il giudizio e trovatosi che il padre Mostro lo donò l’original mio a stampatori, il padre maestro Acarini giudice non volle proseguire, perché mi disse allora che Vostra Eminenza non volle, ed io così ho riferito a Nostro Signore. Veda quanti tradimenti; e finalmente mi calunniano alcune cose dell’Ateismo trionfato. Io non ho consentito alla censura, perché contra la bolla di Nostro Signore ed in favor di manichei, come appar dalla questione, ch’ho dato al signor Cardinal Orige, di questa materia, in favor della bolla Contra astrologos. S’è stampato in Iesi la Monarchia del Messia, passata dal Santo Offizio e dal Mostro, ottima per concordar i principi con santa Chiesa; e ’l padre Mostro impedisce il publicetur, fingendo che dispiaceria a principi. Il che non solo è falso, come dice la stessa approbazione; ma fa che li principi a poco a poco levino tutta l’autoritá al papato, se non si provede com’io feci. Però dimando mi si dia giudice il cardinale di Ricil[ieu] e la Sorbona, quantunque contraria; e ch’il Mostro e ’l padre generale non entrino nelle mie cause.
Si disse che donai proposizioni false contro il libro del Mostro. Presto si vedrá ch’è libro pieno di zannate, gentilismi, giudaismi, maomettismi ed irrisioni de’ santi e della santa sede; e Sua Beatitudine fu gabbata dalli qualificatori, perché non l’hanno visto. E questo trattò l’Acquanegra per onor della religione; ed io mai non ho voluto farli contra, perché m’aveva fatto bene, quando il Mostro mi fe’ le censure false in Santo Offizio, e poi mi fe’ pregar dal cardinale Scaglia che non voglia vederle.