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252 | t. campanella |
ch’io in dui mesi scriverei: Vostra Beatitudine mi disse: «Sí, dopo ch’averá scritto il Mostro»; Vostra Beatitudine vederá ch’egli scrive prediche e dicerie volgari e salse alquanto, non tocca il punto. Se comanda scriverò.
Finalmente supplico Vostra Beatitudine mi continui l’elemosina delli quindici scudi d’oro al mese per li bisogni, e perché si sappia ch’io son suo vero servo ed autorizato al suo servizio; come anche la continua a Gaspare Sdoppio, benché stia in Germania.
Si ricordi ch’han fatto stampar in Roma l’astrologia di notte; e poi la donâro a Vostra Beatitudine, dicendo falsamente che ci erano soperstizioni — e li giudici datimi da Vostra Beatitudine dissero il contrario; — e fu quel giorno che Vostra Beatitudine mi volea far qualificator del Santo Offizio, sapendo elli quanto potea fra loro risplender il mio giudizio e passar avanti. Si ricordi che cercâro screditarmi, ch’io non son tomista — falsamente, ma ciò poco importa, essere scotista o agostinista o etc. in santa Chiesa, — ed io cercandoli di legger san Tomaso in catedra, non mi lasciâro, perché non si veda la calunnia. E poi la ridussero che non sono aristotelico; ed io mostrai che san Tomaso non è aristotelico: e che lui dice che Aristotele non è l’ottimo de’ filosofi, ma Platone e Socrate e Pitagora, come pur dice sant’Agostino; e ch’è errore e tirannide spirituale esporre la sacra scrittura solo con Aristotele o altro filosofo, secondo san Tomaso, Agostino, Giustino ed altri. E che li padri tutti hanno scacciato Aristotele dalle scole cristiane, e che ordinâro che non ci appoggiamo a filosofo particolare, ma ricever da tutti quel che imparâro dalla Sapienza eterna, Cristo, ignorato da loro, «tanquam ab iniustis possessoribus»; e che lo stesso dicono le nostre constituzioni e ’l concilio laterano.
E con tutto ciò ardiscono soggerire a Vostra Beatitudine ch’io fo male, impugnando Aristotele in quelle cose in che fu impugnato da padri, Basilio, Giustino, Gregorio nisseno. Crisostomo, Ambrogio, Tertulliano, Lattanzio, Clemente alessandrino, Agostino, Eusebio, Beda e san Tomaso stesso. Del