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lettere 233

LXI

Ad Urbano VIII

Dichiara che gli si creano ostacoli per impedire ch’egli possa mostrare la grande utilitá della riforma da lui fatta di tutte le scienze conformemente a’principi naturali e biblici; supplica d’invitare a Roma il Manso che vuole aiutarlo con le sue ricchezze ad istituire il collegio barberiniano; scongiura di guardare l’Ateismo trionfato; promette che tutto andrá di bene in meglio appena stampato il Reminiscentur.

Santissimo Padre,

Viene a Vostra Beatitudine il Commento della generosa elegia proemiale di Vostra Beatitudine, la quale col ristoro della poesia porta seco il ristoro di tutte le scienze appresso. Ho fatto il resto de’ Commenti e si potrebbeno stampare sendomi chiesti da tutte scole e librari e letterati, se i letteratelli ed invidiosi, i quai vorrebben che Vostra Beatitudine solo vedesse co’ sensi loro, non avesser posto primo in gelosia la prattica del vostro servo — murmurando come Simoni leprosi, — perché non conoscesse Vostra Beatitudine mai, come per il vostro servo Domenedio ristorò giá tutte le scienze secondo la natura e la Scrittura con mirabil utilitá; e poi soggionto ch’io non son tanto nelle dottrine quanto ero tenuto quando stavo al buio.

Per questo io cercai d’esser adoprato in Santo Officio, perché il mio liberatore facesse prova al mondo ch’il suo liberato è fonte, e non canale solamente, chi può parlar d’ogni cosa in pronto — sia detto per gloria di Dio e di Vostra Santitá e confusion della nequizia, come la santa scrittura, non che Plutarco, me ’l concede in questo caso — una giornata sempre cose nove, non che le scritte da tutti, come ancora tutta Europa confessa, leggendo i miei libri stampati e scritti con piú nome che pria, se non qua intorno al palazzo, dopo