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lettere 231

— quando non volle che io vedessi le qualificazioni, perché m’esibii a mostrare ch’eran imposture o errori suoi, — l’altra de parte del maestro del sacro palazzo e del vicario generale de l’ordine; ed ora ha reso il libro al teologo di Vostra Beatitudine con tagliarli le due ultime carte dove eran l’approbazioni ed una particella del libro, e ci scrisse sotto: «pagellam ultimam delineo apud me iustis de causis». E questo è per allungarmi la stampa, e perché dicean ben di me usque ad miraculum; e mo’ dato in reprobo senso con gli odianti gratis, fu consultato a far così. Per tanto supplico mi sian rendute le carte e non sia strapazzato.

Item cercano contaminare il signor Cardinal Barberino, ché non si pigli informazione contra il tradimento fattomi da loro col Brugiotti a stampar il libro. Il qual non ha però errore, come lui disse. E perché non sa teologia recondita e per malignitá, credendosi alienar la voluntá di Vostra Beatitudine da me servo suo e far che mai non stampi, e questo trattano col signor cardinale con quella invidia che i patriarchi vendettero Giuseppe, e peggio, e ci mandano altre persone a far questo sotto color di bene. Gli uomini d’ingegno sono strumenti dell’imperio ecclesiastico: e però il diavolo cerca alienarli dal capo della chiesa con accuse e sospizioni d’eresia e persecuzioni, o con iuspatronati e pension di principi — e questa è la maggior ruina dello stato ecclesiastico, che altri dona quel che è della chiesa e li rubba gli animi.

Se non è possibile ch’io abbia la Madonna de monti per suo servizio, mi doni altra chiesa: San Carlo in corso o la Madonna di monticelli...

 [Roma,] il dì delle palme [21 marzo] 1630.

«Redime me a calumniis hominum, ut custodiam mandata tua».

Fra Tomaso Campanella.

Alla Santitá di nostro signore papa Urbano VIII,
in sua mano.