Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/236

230 t. campanella

vediate né udi[a]te se non co’ sensi loro. Parlo cosí, perché il calor della ragione e l’obbligo che porto alla Vostra Signoria illustrissima e a tutta casa Barberini, e la vera filosofia ch’io professo, e la buona volontá di Vostra Signoria illustrissima che non doveva essere ingannata, cosí mi comandano. Ed appello alle prove di quanto io dico, e domando per gloria di Dio e di santa Chiesa e del mio gran signore vero sapiente, Urbano VIII, e resto al suo comando, baciandole le sacre vesti di Vostra Signoria illustrissima e pregandole dal Signore, eterno re delle virtú, augumento di quelle a ben di buoni. Amen.

 Scritta dal convento della Minerva in Roma, 14 febraro 1630.

Di V. S. illustrissima e reverendissima
umilissimo ed obbligatissimo servo fedele
Fra Tomaso Campanella.


LIX

Ad Urbano VIII

Supplica gli sieno restituite le sue carte,
gli si permetta di stampare e non venga strapazzato.

Santissimo Padre,

Perché in tante volte che vengo, non trovo chi m’introduca a Vostra Santitá, li mando il presente opuscolo fatto per la necessitá del presente tempo, quando si controverte questo punto, non senza augurio di mutamento. Appresso li portarò l’opuscolo De titulis. Quelli che vengon a dimandare l’utile loro a Vostra Santitá ed a l’illustrissimo Barberino, hanno introito; ed io che vengo per servire a Putii publico, non l’ho: per grazia, comandi che io sia ammesso.

Il padre Mostro si fe’ dare dal padre generale l 'Ateismo trionfato, approbato da esso Mostro l’anno passato con due approbazioni, una de parte del Santo Officio e di qualificatori