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lettere 221

autore, per ristorar l’uomo e tutte le creature, ciascuna secondo la capacitá sua, come si cava dall’8 Ad romanos, da santo Crisostomo e da tutti padri migliori: «et omnes creaturae sentiunt creatorem», come dice san Gerolamo, In Matthaeum, 8. E benché Pico mirandolano pensi che queste esorbitanze fossero state avanti, nel tempo di caldei ancora, viene condennato come errante manifestamente dalla nomenclatura della dodecatemoria di segni del zodiaco, poiché da quando Prometo promulgò l’astronomia al tempo di Abramo, sempre si cominciò e seguitò a numerare dal principio d’Ariete, e si dovea pur esser Gemini o Cancro principio dell’equinozio allora, se fosse come lui dice; ed altre ragioni ho contra. Ma si vede che questa mutanza cominciò dal tempo d’Aggeo in qua, come si prova per l’osservazioni di caldei, greci, egizi, latini ed arabi fin al nostro tempo portate, di Abrachis Merone e Timochari ed Ipparco avanti la venuta del Messia, e dopo la venuta da Menelao romano e Tolomeo egizio e Maometto arateo ed Arzachiel moro e Profazio giudeo e dal re Alfonso e Georgio Peurbachio e Giovanni di Monteregio ed alfin da Nicolò Copernico nel 1525. Da cui si mossero li padri del concilio lateranense sotto Giulio II a trattar la riforma del calendario necessaria ut supra; e fu perfezionata poi da Gregorio XIII secondo l’osservazioni del medesimo Copernico nel libro delle Revoluzioni celesti, dedicato a Paolo III Farnese. Il qual Copernico con tutti gli altri fecero ben il conto e mostrâro l’esorbitanze in cielo; ma poi nel rendere la ragione errâro, perché non vollero riconoscere che questi son li segni dati da Cristo, i quali a san Gregorio parvero vicini per argomento fisico e teologico, dicendo che tutti li segni del secondo avvento erano passati. Ma «signa in sole et luna et stellis adhuc aperte minime vidimus, sed quia non longe absint ab aeris immutatione colligimus»; o bene: perché non si mutan le cose inferiori, come prova Aristotele e Platone e tutti fisiologi ed astrologi ed anche i migliori teologi, se pria non si fa mutazion in cielo sua causa universale. E nel suo tempo si videro tanti terremoti ed inundazion di popoli