Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
208 | t. campanella |
quattro banditi per far apparenza che li falsi e scomunicati processanti avessero salvato il regno. Di piú il padre generale deve fare il suo debbito, e come buon pastore cercar la sua pecorella e non diffidare, quia «cecidit ira Dei super filios diffidentiae», et «nonne duodecim horae sunt dieiI». «Agnosce vultum pecoris fui».
Scrivo a Sua Beatitudine e raccomando a Vostra Signoria illustrissima la ragion mia coram Deo e li prego dal Signore ogni felicitá.
Napoli, 13 agosto 1624.
Di V. S. illustrissima e reverendissima |
XLIX
Ad Ascanio Filomarino (?)
Dopo aver domandato che si sbrighino i due negozi di cui ha discorso nella sua di tre giorni avanti, mostrandosi disgustato del Failla supplica si spingano lo Schopp, il Del Pozzo ed altri a parlare col pontefice, a presentargli il libro Del governo ecclesiastico e fare tutto ciò che potrá giovare al prigioniero.
Di novo supplico a Vostra Signoria molto illustre che tratti quelli duoi negozi miei: l’uno è la licenza per fra Dionisio di Castelvetere che possa venir in Roma a trattar le cose mie, l’altro è il memoriale del padre generale al re cattolico che mi dimandi de parte la religione. E perché rispose duramente alla proposta dell’illustrissimo Barberino e mi finge nocente per non obligarsi a difender l’innocenza a tutto il mondo nota e da’ nemici