Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/212

206 t. campanella


Sappia ch’in Napoli dui agostiniani ed un gesuino han la copia del Reminiscentur, e ciascun se n’aggradisce; e son venuti da Roma, e per questo anche sto disgustato con Favilla. Vostra Signoria non aspetti ch’altri mi faccia queste due grazie; ma lei s’adopre e me le mandi, s’è possibile. Né creda alle difficoltá che ci metteno. Dispiacemi che Favilla dice che l’illustrissimo Barberini rispose a Scioppio che io non steria bene nella religione per l’invidia, e che sto meglio qua. Vostra Signoria le dica che se io sarò in Roma, comunque sia, cesserá l’invidia quando sarò conosciuto da superiori e parlerò a Sua Beatitudine; e che tutto il mio male è l'esser lontano ed in man della parte con gelosia etc. Dio conservi Vostra Signoria molto illustre ed a me doni libertá per poterla servire. Dicami li libri che ha, e qual piú li piace dei miei, e che desidera.

 Napoli, 10 di agosto 1624.

Di V. S. molto illustre
servitore affezionatissimo
Fra Tomaso Campanella


XLVIII

Al cardinale nipote Francesco Barberini

Chiede di venire in Roma per parlare a’ superiori ed al papa.

Illustrissimo e reverendissimo
monsignore padrone colendissimo.

Mi vien avvisato che trattandosi della restituzion di me alla religione Vostra Signoria illustrissima e reverendissima abbia detto ch’io sto meglio dove sto per l’invidia e persecuzion che si può temere da’ frati miei stessi: questo è pensiero in sé prudente assai ed in me pietoso.