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lettere 195

tornar fra venti mesi con ambasciarie di pace al signor papa: e prima mostrar a Vostra Beatitudine come per grazia di Dio posso io ciò fare, benché riclamino i nostri fratelli, se David vuol andar contra Golia.

Dopo questo o avanti, prometto anche fare trenta discepoli armati di ragioni, autoritá, istorie, profezie e desiderio di martirio, e mandarli a predicare in Germania, e metter in terra l’autoritá d’eresiarchi e l’imminente lor rovina dimostrar in cielo ed in terra, e per ragioni ed istorie, come ogni sètta che nega Dio e la providenza, e l’immortalitá dell’anime o il libero arbitrio, è necessario che perda se stessa e lo stato, e riceva ogni predicante vero. Di piú, scoprire come gli oltramontani si confessan giá vinti con la incertezza e continuo vacillamento e discordia loro, ma noi non sappiamo cogliere il frutto della vittoria; e come si pònno a prima disputa, quei che son razionali, tirar alla veritá. Molt’altre cose direi importanti allo stato politico e mecanico, che non si credono senza veder l’effetto; però alla vostra Beatitudine sta ricever il vero servo o come innocente saltem in causa che mi s’oppone, o come fruttuoso penitente. Quando cosí non sará come dico, m’offro alla pena del fuoco; e perché veda quanta veritá tengo, li mando la lista delle opere che ho fatto, e sottometto a Vostra Beatitudine ed a santa Chiesa.

Santissimo Padre, molti dicono ch’io non scrivessi cose tanto alte a Vostra Beatitudine; ed io all’incontro dico che non devo scriverle ad altri: e cosí farò uno bene a Vostra Beatitudine. Perché so che adoprano con perseguitarmi non l’altezza dell’ingegno né la virtú, com’altri fanno chi non son padri del cristianismo; ma solo li vizii li quali tutti io ho abiurati in secreto del mio core: e mi sforzo solo servire a Dio ed a tutto il mondo, secondo m’impose chi mi diede l’ingegno, e Vostra Beatitudine, suo vicario, m’ha ordinato. Però veda di farmi venir a Roma, s’io son buono per santa chiesa: giá che il duca d’Ossuna dice volermi liberare con pregheria di star ad ogni ordine per sicurtá del sospetto e non perché ci sia causa, e mi pronunciò innocente di nuovo