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lettere | 193 |
del presente secolo, e di quanto succederá al cristianismo ed altre nazioni fin al fine, e dell’Anticristo e suoi tempi, e settarii, e capi mistici e reali, e regno e persona, con confusion grande d’eretici e giudei e maccomettani secondo tutte le profezie e scienze divine ed umane; e concordia delle sette giornate della creazione e sette etá del mondo e della sinagoga, e sette della chiesa, sette sigilli e sette ampolle e sette angioli trombettanti. Ne l’ultimo De monarchia Messiae spirituali et temporali, alli prencipi cristiani un libro ed uno al signor papa e tutte nazioni, e delle giurisdizioni e gradi e fratellanza loro secondo la Scrittura e natura: e che la roina de cristiani nasce, perché non s’osserva quel ch’in esso libro si contiene. Item un libro al sommo pontefice per fare una greggia ed un pastore del mondo tutto, benché tutti prencipi contradicessero; ed uno Panegirico alli prencipi d’Italia, che per bene loro e della cristianitá non deono contradire alla monarchia di Spagna, e come pònno assicurarsi con quella contra infedeli e della sua gelosia nel papato: e far un senato e concordia invitta in Roma sotto il sommo pontefice, donde nasce la pace e securtá di ciascuno di loro contra i prencipi forastieri e contra infedeli, e del suo modo facile ed utilitá e necessitá: e questo poter anco fare gl’italiani soli, autorizzando secondo il dovere il papato ed in quello farsi invitti.
Prometto dare a Vostra Beatitudine tutte le scienze naturali e morali, cavate dalla scrittura santa e da’ padri per distoglier li secolari da li libri de’ gentili, che son la zizania sopra il seme evangelico ed officina del macchiavellismo e pravi costumi; di maniera che questi nostri libri avanzino Aristotele. Platone e tutti i gentili in facilitá, veracitá e certezza, ragioni, sperienze, brevitá ed oracoli divini. Il che confesseranno tutti coloro chi piamente e saviamente li essamineranno; li quali devono sapere che li gentili fûr intromessi come testimonii nella scola di Cristo, solo contra gentili loro, secundo san Tomaso (p. I, quest. IV), ai quali non abbiamo ad obbligarci ed accordare la Scrittura, secondo l’opuscolo decimo ed undecimo.