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190 | t. campanella |
sante e dotte moderatamente; e come sta il mondo accecato per opera d’Abbaddon, angelo dell’abisso, uscito a tempo di Lutero, quando Dio n’eccitò con molta novitá alla contemplazione de giudici suoi;
dare un volume a luce nel quale si mostra instare il tempo della promessa fatta ad Abramo — «ut haeres esset mundi» — nel suo seme, non nel gentilismo «quia ad nihilum deduces omnes gentes», non nel giudaismo «quia non erit populus eius qui eum negaturus est», non nel maccomettismo pendente d’Ismahel «quia non erit heres filius ancillae cum filio liberae», ma nel cristianismo inserto nel tronco di David per grazia del Messia, aspettato da’ gentili e da ebrei a questo effetto, con testimonianze in cielo ed in terra. E dopo il longo scompiglio avvenuto al mondo per la divisione de’ prencipati e religioni, s’ha d’unire sotto una legge ed un pastore con quella felicitá di vita che li filosofi descrissero de statu optimo reipublicae ancor non visto, e li poeti de sacculo aureo, e li profeti de statu Ierusalem liberandae dalla captivitá babilonica d’infideli e viziosi: e li cristiani dimandano il regno «ubi fiat voluntas dei sicut fit in coelo», e le nazioni tutte desiderano ed aspettano. Come per filosofia naturale e politica ed astrologia si prova consenso del cielo e della terra, e per dottrina commune di tutti i padri: e come essi non discordano in questo se non per il tempo falsato nelle cronologie e per il modo sciocco di scoliasti; e che si è visto giá il preludio di questo secolo il quale sará preludio della transportazione de’ buoni in paradiso e simbolo di ritorno allo stato innocente in che Dio creò gli uomini, convenientissimo a Dio ed alti desidèri e dottrine umane de divinis, quanto è scandaloso lo stato presente in tanta varietá di sètte pazze ed inquietá e tabulazioni del genere umano con se stesso, non che con Dio discordante. E questo articolo non pugna col primo e col secondo, come ad alcuni potria apparire; e di piú toglie le discordie tra prencipi, li fa riconoscere per braccia del Messia, secundo è scritto: «lex a me exiet, iudicium meum in lucem populorum requiescet: egressus est salvator meus et brachia mea populos