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| lettere | 141 |
comparono; e le cose tardano per disgusti di Abacuc con il tutore, il quale ha fatto piú d’Ercole ed ora piú non può. Io non voglio scrivere di questo all’angelo, ma far le prove mie con questi principi: e spero che venga lettera da Ferdinando che vada dove egli è: non ci è altro rimedio. Mi stupisco che non risponde il Persio a due mie, inviat[a] per Vostra Signoria l’una e l’altra portata.
Mi par mille anni vederci da vicino. Dio il faccia. Scriva Vostra Signoria all’angelo che solleciti.
[Napoli, fine d’aprile o principio di maggio 1608].
medico e semplicista dottissimo di Nostro Signore
Roma.
XXV
A Gaspare Scioppio
Chiede si suggerisca al pontefice di udire la sua opinione nella gravissima controversia De auxiliis, e poi si dilunga nelle lodi de’propri libri.
... Nunc moneo te ut papae insinues ne ullo modo quaestionem de sufficientimi et efficaci auxilio inter dominicanos et iesuitas controversam determinet, nisi secundo ac tertio revelationem de coelo habuerit; alioquin pericula inerunt multa, et forte christianismi secreta consumptio. Putaram equidem me contra Molinam mirifice scripsisse; sed nunc video quae taceo: tibi tamen coram aperiam quae inde mala proventura sint. Arcanum est Dei: pertinet ad librum signatum. Taceat omnis homo. Liceat interdum opinari ne aut nos lutherizemus aut illi pelagianizent vel manichaeizent.
Miror quod scribis pulchre tecum agi, si magnitudinem meam in libellis meis admireris, quoniam iudicium ferre non
