Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
140 | t. campanella |
Per tanto dico a questo amico che lasci tale impresa, perch’è falsissimo fondamento che non si doni vacuo penitus:
l’argomento suo nell’intromissione vale, ma è contra lui nella espulsione: perché nullo aere può entrare dove s’ottura la bocca e tutti li fori con pece, quando s’alza il mantice e si serra la ventosa e si trae lo stecco e si gela il fumo nel vaso impegolato: né ci bisogna ch’entri il vacuo, perch’è incorporeo e sempre interno ed in lui s’appoggia ogni ente intrinsecamente. S’inganna similmente mentre pensa che il vacuo stia seminato tra ’l raro secondo Ierone, perché non s’intende che sia come corpicelli sparsi, ma che lo spazio è pieno d’atomi e non per tutto, e però par quasi seminato di vacuitati molte; ma piú tosto si deve dire seminato di atomi.
Finalmente vuole ch’io provi che lo stesso avviene all’aria dalla rarefazione del caldo e densazion del freddo, che quel che gli avviene dall’attrazione ed impulsione. Io rispondo che non è lo stesso: perché il caldo penetra l’aria e li dona il proprio senso ed amore e potere, come dissi in Metafisica, e però rarefacendolo resta rado e se vacuo s’intercipe, hic labor est: ma la ragion è che lui sendo di natura mobile e le cose dense resistendo al molto, egli l’attenua e rarefa per agevolarle a quello, e per contraria causa il freddo addensa. Ma quando l’estrazione il rarefa, non li dona interna virtú a star raro, ma lo sforza a concepere vacuo; e per questo egli torna subito a riunirsi per non istar diviso: e l’impulsione non li dona la formale di star unito ma lo sforza, e lui poi torna al suo stato, come la verga piegata da sé si dispiega. Né mi posso metter a provar bugie secondo il senso mio».
Signor mio, sono corto in questo che scrissi, perché non voglio scoprire li secreti mirabili di questo gran problema che scrissi altrove, prima che si stampino li libri miei; né l’angelo vorria, come spesso m’ha proibito. Ma ho sodisfatto a tutto quanto si desidera, se legge bene e piú volte, ed [ha] aperto gli occhi a filosofar sopra tal negozio. Se Vostra Signoria mi comanda altro, lo farò subito. Io sto piú stretto che prima quanto allo scrivere; e sto aspettando questi signori e non