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134 t. campanella


Ecco dunque il diverso filosofar mio da quel di Pico; ed io imparo piú dall’anatomia d’una formica o d’una erba (lascio quella del mondo mirabilissima) che non da tutti li libri che sono scritti dal principio di secoli sin a mo’, dopo ch’imparai a filosofare e legger il libro di Dio: al cui esemplare correggo i libri umani malamente copiati ad a capriccio, e non secondo sta nell’universo libro originale. E questo m’ha fatto legger tutti autori con facilitá e tenerli a memoria, della quale assai dono mi fe’ l’Altissimo; ma piú insegnandomi a giudicarli col riscontro del suo originale. Veramente Pico fu ingegno nobile e dotto; ma filosofo piú sopra le parole altrui che nella natura, donde quasi niente apprese; e dannò gli astrologi per non aver mirato all’esperienze. Ed io li dannai quando ero di diciannove anni, e poi vidi altissima sapienza intra molta stoltizia loro albergare, e lo dimostrai in un libro proprio di questo, ed in Metafisica nova — ché quella d’Aristotile è parte logica, parte impietá nefanda; solo Parmenide in questa seppe qualche cosa. Pico ancora nelle cose morali e politiche fu scarsissimo, e tutto si diede alla nomanzia dello ebraismo ed a voltar libri; ma se non moria cosí presto, diventava grande eroe della vera sapienza; ché giá avea la selva congregato e non fatto la scelta di lavori etc.

Io lo stimo piú grande uomo per quello che dovea tosto fare che per quello ch’ha fatto. Se ben io cedo non solo a lui ma ad ogni altro ingegno che mi sia testimoniante di quel che s’impara nella scola della natura e dell’arte, in quanto accordano alla prima Idea e Verbo onde elle pendono; ma quando gli uomini parlano com’opinanti nelle scole umane, li stimo equali e senza sequela; poiché sant’Agostino e Lattanzio negâro gli antipodi per argomenti e per opinione, ed un marinaro gli ha fatti bugiardi col testimoniar de visu. Se ben tra gli opinanti piú a quelli assentisco — quando parte di testimonianza non li fa dissequali — i quali son piú pii e non soggetti a paura ed ambizione che fa l’uomo mentire. Questo modo di filosofar mi ha consolato l’animo; ché fatta essamina di tutte le sètte e religioni che fûro e sono nel mondo, ho,