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4 | t. campanella |
II
A messer Lorenzo Usimbardi
segretario del granduca Ferdinando I de’ Medici
All’indomani della sua partenza per Padova, lo ringrazia, con la speranza di sdebitarsi delle cortesie ricevute da lui, e gli manifesta la sua ammirazione per la biblioteca di Ferdinando I.
Molto illustre signor mio sempre osservandissimo,
Ho tanto obligo a Vostra Signoria che non voglio né posso levarmelo, poiché ogni cosa ch’io facessi sarebbe inferiore di lungi a quello, e sono tale, qual desidero esser obligato servitore sempre di persone meritevoli. Non dubito che continuamente mi favorisca appo Sua Altezza, cosí com’ha fatto in introdurme, e farmi la lettera al generale e quella favorevole al signor Baccio. Il quale m’ha fatto tante cortesie per grazia di Vostra Signoria e Sua Altezza serenissima ch’ancora a lui sono rimasto [con] non poco obligo. Spero un giorno all’uno ed all’altro far conoscere che son buono ancora a servire, come loro in favorirme. Non fa mistiero ch’io la sproni con prieghi seguiti, poiché la gentilezza propria le fa fare piú che chiederei io. Ho visto la libreria di Sua Altezza, ed è uno stupore del mondo assai piú che si dice. Di questo scrivo a Sua Altezza: Vostra Signoria mi favorisca darle la lettera.
Partirò, credo, dimane, ma non passerá l’altro.
Di Firenze, a dì 15 di ottobre 1592.
Di V. S. molto illustre signor secretario |