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cariatidi di un cielo artificiale sognavano il viso poggiato alla palma. La pura linea imperiale del profilo e del collo era vestita di splendore opalino.

Con rapido gesto di giovinezza imperiale traeva la veste leggera sulle spalle alle mosse e scompariva lungo le scale con una duplice ombra. La sua finestra scintillava sempre in attesa fui che dolcemente gli scuri si chiudessero su di una duplice ombra. Ed il mio cuore era affamato di sogno del più dolce del più antico del più maligno sogno. per lei per l’evanescente come l’amore evanescente. la donatrice d’amore porti la cariatide dei cieli di ventura. Sui suoi divini ginocchi. su la sua forma