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stesa sul letto ascoltava curiosamente appoggiata sui gomiti come una Sfinge. Fuori gli orti verdissimi tra i muri rosseggiati. Noi soli tre vivi nel silenzio meridiano.


Era intanto calato il tramonto ed avvolgeva del suo oro il luogo commosso dai ricordi e pareva consacrarlo. La voce de la Ruffiana si era fatta man mano più dolce e la sua testa di sacerdotessa orientale compiaceva a pose languenti. La magia de la sera languida amica del criminale era galeotta de le nostre anime oscure e i suoi fastigi sembravano promettere un regno misterioso. E la sacerdotessa dei piaceri sterili l'ancella ingenua ed avida e il poeta si guardavano anime infeconde inconsciamente cercanti il problema de la loro vita. Ma la sera scendeva messaggio d'oro