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Vittoria Colonna. | 79 |
Vorrei l’orecchia aver qui chiusa e sorda
Per udir coi pensier più fermi e intenti
L’alte angeliche voci e i dolci accenti
Che vera pace in vero amor concorda.
Spira un aer vital tra corda e corda
Divino e puro in quei vivi istruménti
E si move ad un fine i lor concenti
Che l’eterna armonia mai non discorda.
Amor alza le voci, amor le abbassa
Ordina e batte egual l’ampia misura
Che non mai fuor del segno invan percote;
Sempre è più dolce il suon se ben ei passa
Per le mutanze in più diverse note;
Che chi compone il canto, ivi n’ha cura.
Talvolta esce in riflessioni troppo ingenue e ricordano le sante giullerie di fra Jacopone:
Donna dal ciel gradita a tanto onore
Che ’l tuo latte il Figliuol di Dio nudriva;
Or come ei non t’ardeva e non t’apriva
Con la divina bocca il petto e ’l core?
Or non si sciolse l’alma, e dentro e fuore
Le virtù, i sensi ed ogni parte viva
Col latte insieme a un punto non s’univa
Per gir tosto a nudrir l’alto Signore?
Talor dà in antitesi lambiccatissime o in stravaganti metafore, appoggiate ai più brutti esempi del Petrarca: