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così, abbenchè paia impercettibile la creatura ab eterno, tuttavia non convincersi, che non si possa dare. La qual freddura eccitò molta commozione nell’uditorio e guadagnò al padre dal cardinale Lambertini l’elogio di frate Asino. La giovine però si schermi con molto garbo, e con singolare modestia soddisfece all’inezia dell’argomentante. Questo è quanto posso dirvi che intesi. Dallo spirito con cui ella argomentò e dagli evviva frequenti degli uditori e dalle lodi uditene di poi dagli intendenti, vi posso assicurare ch’ella si portò valorosamente e fece ammirazione e stupore a tutti. Durò la disputa due ore e un quarto e sarebbe andata più avanti, se i cardinali l’avessero permesso, che crederono non doverla faticar più. Onde ella, fatto il grazioso ringraziamento, fu ricondotta da noi, fra gli applausi universali, nelle stanze del signor Gonfaloniere, dove poco appresso fummo servite con essa di copioso rinfresco: ma ella era sì fresca e forte, che avrebbe incominciato di bel nuovo la disputa, non ostante che avesse sì lungamente e con tanta applicazione fin allora parlato; e circa l’un’ora di notte fu da noi ricondotta a casa.»

Cimentato gloriosamente il suo valore, ella fu assunta alla cattedra di filosofia, e il 29 ottobre del 1732 disse la sua Orazione inaugurale in quel famoso Ateneo. Nel 1776 passò a insegnar fisica, e morì due anni dopo, il 20 febbraio 1778. Fu anche poetessa, e nella Raccolta del Gobbi si leggono due sonetti di lei, che non porta il pregio citare, ma che sono scritti bene. Nei Comentari dell’Istituto di Bologna sono due sue dissertazioni intorno ad alcune leggi della Idraulica e della Meccanica.