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Paolina Bonaparte. 249


peva bene, soggiunse ella freddamente, che io non m’imbarcherei: torniamo alla residenza. — Il marito morì il 2 novembre 1802, nell’isola della Tortue: ella tornò in Francia: e Napoleone che aveva bisogno d’imparentarsi con famiglie possenti, la diede a Camillo Borghese, uno dei prìncipi più ricchi d’Italia; ma non si affaceano e non vissero insieme. Per maggiore sventura le morì in Roma il figlio che ella adorava. Napoleone la amava teneramente: spesso si bisticciavano, ma subito poi facevan le paci. Se non che, per un torto ch’ella fece pubblicamente a Maria Luisa, che non le andò mai a sangue, fu esiliata dalla corte. Ma la sua avvenenza e la sua grazia le ne crearono un’altra a Neuilly. Alla prima rovina dell’impero essa si trovava a Nizza. — Corse all’isola dell’Elba a consolare il fratello. Lo riconciliò con Luciano e Murat, il quale per prezzo del suo tradimento occupava ancora il regno. Allo sbarco di Napoleone a Cannes, ella, che era tornata a Roma, gli mandò i suoi diamanti, dono di gran valore, che Napoleone aveva a Waterloo e caddero preda dei vincitori. Paolina rimase a Roma, ove Pio VII le rese tutti i riguardi ch’ella gli aveva usato in Francia. Il principe Borghese, che non abitava più in Roma dal 1803, le lasciava il godimento de’ suoi palazzi e della sua villa. Da Roma non sentendosi bene ella passò a Pisa, per riaversi — donde il marito la chiamò a Firenze: ella v’accorse e poco dopo una malattia di consunzione la condusse al suo fine. Ella morì il 9 di giugno del 1823.