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Madama Récamier. 243


lattia di lui, quantunque uscisse appena dall’essere operata della cataratta, lo vegliò costantemente, e nelle lagrime versate consumò ogni speranza di ricuperare la vista. Era d’animo gentilissimo: ma coltivava l’amistà; non l’amore. Fu il conforto e la consolazione di molti; la gioia forse di nessuno. Il che è tanto più mirabile ch’ella entrò nel mondo, ammirata ed idolatrata, ai tempi del Direttorio, quando, come suole avvenire dopo i gran morbi pubblici, la licenza imperversava e la dava per mezzo ad ogni eccesso.

Ella aveva un’onestà naturale e come una ritrosia di macchiare la sua celeste bellezza. Anche il vecchio letterato Laharpe la adorò e le scrivea: Je vous aime comme on aime un ange et j'espère qu'il n’y a pas de danger. Ma il più notevole si era che le donne la adoravano non meno che gli uomini; e le più serie, come la Svetchine, la corteggiavano. La celebre madama di Krudener, dice il Guizot, desiderando e temendo insieme a tirarla nei convegni di orazioni e di conferenze mistiche ch’ella teneva per convertire gli accorrenti e specialmente l’imperatore Alessandro, le facea scrivere da Benjamin Costant: Je m’acquitte avec un peu d’embarras d’une commission que madame de Krüdener vient de me donner. Elle vous supplie de venir le moins belle que vous pourrez. Elle dit que vous éblouissez tout le monde et que par là toutes les âmes sont troublées et toutes les attentions impossibles. Vous ne pouvez pas déposer votre charme, mais ne le réhaussez pas. Dicemmo della Stäel, ma la amicizia di questa donna esosa all’imperatore e le visite che ella le faceva a Coppet, le fruttarono il doversi cansar da Parigi per ordine della polizia. Fu poi